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Seminario di filosofia: Memoria e identità – Giovanni Paolo II (página 2)

Enviado por Daniel Wessler


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Questa opera è il frutto maduro di reflessione personale del Papa sotto la presione di tante forme di male, sensa perdere o abandonare il camino del bene, con la convizione personale che a la fine il bene vincerà. Dopo di vedere la realtà attuale del mondo, e di avere tante conversazione (con teologi, filosofi, pensatore) in mezzo dei mileni nuovo che si avicina, il papa ha fatto una reflessione del presente (certa maniera del male di oggi) a la luce dei sucessi che lui nella sua propia persona ha soferto. Il fine di questa riflessione è cercare di trovare le radice di quello che succede nel mondo oggi, e ofrire ai suoi contemporanei, come individuo e come pueblo, la posibilità di arrivare, per mezzo di un ritorno alla memoria, a una coscienza più viva della propia identità.

La coesistenza del biene e del male (atentato del 1981)

Il male è sempre la mancanza del bene che un determinato essere doveva averre. Però, mai è una mancanza assoluta del bene. Il fatto di come nace e si sviluppa il male in una tera sana / buona, è un mistero. Però anche è un punto di interrogazione vedere questa parte del bene che fino ancora il male non pùo fare niente, non pùo destrugere e che ancora se defonde e che questo male crece nello stesso terreno che il bene.

La storia della umanità è una trama della coesistenza fra il bene e il male. Questo apunto, sinifica che si il male esiste acanto al bene, il bene, nonostante, persiste acanto al male e, per cosi dire, cresce nello stesso terreno, che è la natura umana. In efetto, la natura umana non è destrutta del tutto, non diventò mala anche con il pacato originale. La natura umana ha conservato una capacità para il bene, come si vede nella storia. Con il disastro che ha sucesso in Abruzzo, tutte le persone sentona cualcosa dentro di se ed aiutono questi chi sono necesitati.

Però, si il uomo da solo, senza Dio, può dicidere quello che è buono e quello è male, anche lui può dicidere che un determinato grupo di essere umani possano essere amazati. Determinazioni di questo genere, per esempio, se prenderano nel Terzo Reich per persone che, hanno arivato al potere per mezzi democratici, e hanno usato questo responsabilità o questo potere para metere nella società una ideologia nazionalsocialista, che aveva il suo origene nei presupposti racista.

Piu meno lo stesso ha fatto il Partito Comunista nella Unione Sovietica, e anche nei paesi di ideología marxista. In questo contesto se ha fatto la esecuzione dei judei, dei zingari, dei campestri in Ucrania e anche dei sacerdoti ortodoxi e cattolico in Rusia, in Bielorusia. Anzi tutto parliamo dei estermini fisici, ma anche qualche volta di una destruzione morale: si puo dire che emeno era posibili avere o praticare i diritti umani di ogni persona. Fenendo questi tipi di ideologie del male, anche è finito questo tipo di esecuzione ai difersi grupi sopra citato, pero anche oggi si acetta in qualche paese altre forme si esecuzine delle persone, come per esempio il aborto. Questo tipo di sterminio oggi è acettato per i diversi parlamenti, anzi, fu elegido di una maniera democratica con la finalità di un progresso civile della società e della umanità entera. Neanche mancano altre forme di infrangere la legge di Dio. Per esempio, la forza che fanno nell Parlamento Europeo, per dare un riconoscimento alle copie di homosessuali, come si forano una famiglia, con dirritto anche di adozione. Dobbiamo anche in questo senso vedere questo tipo di forza del male che voglia instrumentalizare i diriti dei uomini contra i uomini e contra la famiglia. Il pasaggio che ha fatto il papa è molto interesante. Cè un pasaggio di amazare le persone (nazismo, marxismo) ai occhi nudi per una ideologia di purificazione della entera umanità, alla ideologia di amazare le persone che ancora non si vede con i occhi che è il aborto. Il resultato finale è lo stesso. IL MALE

Siamo arrivati a questo livelo di povertà per una semplice ragione: IL RIFUITO DI DIO COME CREATORE E COME FONDAMENTO PER DETERMINARE QUELLO CHE è BUONO E QUELLO CHE è MALE per ogni uomo.

Il limiti del male nella storia di Europa

«Mi è stato dato di fare esperienza personale delle "ideologie del male". È qualcosa che resta incancellabile nella mia memoria. Prima ci fu il nazismo. Quello che in quegli anni si poté vedere era già cosa terribile. Ma molti aspetti del nazismo, in quella fase, di fatto rimasero nascosti. La reale dimensione del male che imperversava in Europa non fu percepita da tutti, neppure da quelli tra noi che stavano al centro stesso di quel vortice. Vivevamo sprofondati in una grande eruzione di male e soltanto gradualmente cominciammo a renderci conto della sua reale entità. I responsabili di esso facevano infatti molti sforzi per nascondere i loro misfatti agli occhi del mondo. Sia i nazisti durante la guerra che, più tardi, nell'Est dell'Europa i comunisti, cercavano di occultare all'opinione pubblica ciò che facevano. […] Più tardi, ormai a guerra finita, pensavo tra me: il Signore Dio ha concesso al nazismo dodici anni di esistenza e dopo dodici anni quel sistema è crollato. Si vede che quello era il limite imposto dalla Divina Provvidenza a una simile follia. […] Se il comunismo è sopravvissuto più a lungo e se ha ancora dinanzi a sé, pensavo allora tra me, una prospettiva di ulteriore sviluppo, deve esserci qualche senso in tutto questo. […] Ciò che veniva fatto di pensare era che quel male fosse in qualche modo necessario al mondo e all'uomo. Succede, infatti, che in certe concrete situazioni dell"esistenza umana il male si riveli in qualche misura utile, in quanto crea occasioni per il bene. Non ha forse Johann Wolfgang von Goethe qualificato il diavolo come "una parte di quella forza, che vuole sempre il male e opera sempre il bene"?»

La redenzione come il limite divino sull male

Come capire il limiti del male che parliamo? Cual è la esenza del male?

Quando parliamo del limite imposto al male, faciamo reverenza ala providenza di Dio sull tutto quello di male che ha capitato nel seculo XX come el nazionalsocialismo, marxismo. Dice il Papa che soltanto Dio pùo metere fine a tutto che capita di male nell mondo. Ecco, una altra volta siamo arrivato al punto cruciale, il uomo che dice di no a Dio e voglia fare quello che lui voglia. Soltanto Dio, perchè Lui è la giustizia, Lui è quello che ci recompensa del bene fatto. Con il pecato originale il uomo viene di una certa maniera giuducato da Dio, un Dio giusto. Il uomo, dice anche el papa, porta dentro di se qualcosa di male, che le stringe verso il male, anche verso il bene. Cè nell uomo una cierta debilità morale che unita a la sua fragilità existente fa che il uomo agisca male. Nella bibia si vede abastanza bene che dal inizio viene marcata per i pecati degli uomini e anche per i limiti che Dio pone al male.

Nella constituzione pastorale Gaudium et spes, anche il consilio ha parlato molto sul questo tema cosi importante della situazione del uomo nell mondo di oggi e non soltanto di oggi. Parla del pecato del uomo e della pecaminosità che porta dentro di se:

GAUDIUM ET SPES 13

"Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l'uomo però, tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di lui.

Pur avendo conosciuto Dio, gli uomini « non gli hanno reso l'onore dovuto… ma si è ottenebrato il loro cuore insipiente »… e preferirono servire la creatura piuttosto che il Creatore (11).

Quel che ci viene manifestato dalla rivelazione divina concorda con la stessa esperienza.

Infatti l'uomo, se guarda dentro al suo cuore, si scopre inclinato anche al male e immerso in tante miserie, che non possono certo derivare dal Creatore, che è buono.

Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l'uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo fine ultimo, e al tempo stesso tutta l'armonia, sia in rapporto a se stesso, sia in rapporto agli altri uomini e a tutta la creazione.

Così l'uomo si trova diviso in se stesso.

Per questo tutta la vita umana, sia individuale che collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre.

Anzi l'uomo si trova incapace di superare efficacemente da sé medesimo gli assalti del male, così che ognuno si sente come incatenato.

Ma il Signore stesso è venuto a liberare l'uomo e a dargli forza, rinnovandolo nell'intimo e scacciando fuori « il principe di questo mondo » (Gv12,31), che lo teneva schiavo del peccato (12).

Il peccato è, del resto, una diminuzione per l'uomo stesso, in quanto gli impedisce di conseguire la propria pienezza. Nella luce di questa Rivelazione trovano insieme la loro ragione ultima sia la sublime vocazione, sia la profonda miseria, di cui gli uomini fanno l'esperienza."

Dio stesso viene al mondo per salvare al uomo del male, questo AVENTO che celebriamo prima di natale porta con se un caratere redentore. Non posiamo pensare nell limite che Dio mete sull male sensa fare riferimento a questo mistero de la redenzione.

Pensando anche nel male di tutto che è sucesso nella guerra (campi di stermini, le camere di gas, il sistema politico etc etc) soltanto rimaneva per tutte le persona una speranza, la CROCE. Dice anche il papa che facendo un studio piu detagliato nella storia del male, la presenza vittoriosa della croce di Cristo era con loro. La croce / Dio come la autodefensa del uomo. Vediamo per esempio San Massimiliano Kolbe,come un segno di vittoria sull male, anche la Santa Edith Stein.

Vorrei chiudere questo punto con una citacione del concilio Vaticano II, dove mete la miseria del uomo con il Cristo resorto dei morti. Cristo che viene a salvare i uomoni.

"Se dunque ci si chiede come può essere vinta tale miserevole situazione, i cristiani per risposta affermano che tutte le attività umane, che son messe in pericolo quotidianamente dalla superbia e dall'amore disordinato di se stessi, devono venir purificate e rese perfette per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo.

Redento da Cristo e diventato nuova creatura nello Spirito Santo, l'uomo, infatti, può e deve amare anche le cose che Dio ha creato.

Da Dio le riceve: le vede come uscire dalle sue mani e le rispetta.

Di esse ringrazia il divino benefattore e, usando e godendo delle creature in spirito di povertà e di libertà, viene introdotto nel vero possesso del mondo, come qualcuno che non ha niente e che possiede tutto (65): «Tutto, infatti, è vostro: ma voi siete di Cristo e il Cristo è di Dio » (1Cor3,22)."

Il mistero della redenzione

Cosa è la redenzione in questo contesto che vive il uomo di bene e male?

In questo punto il papa fa un studio piu aprofondito della parola redenzione. In polaco significa readquirir e in termini latino significa redimere = readquirir = reacquistare.

1. esempio del paralitico "Figlio, io ti perdono" = cristo che cè il podtere di dare la vita, di perdonare, di reacquistare un anima persa nel pecato.

2. un altro esempio è dopo la risurezione quando dice Gesù: recibid el espiritu santo… (Giovanni 20, 22-23), il potere di perdonare sta in Dio e Cristo ha dato a la chiesa.

Anche nelle lettere di San Paolo ai Romani i altri parla della redenzione di cristo in fovare degli uomini. Cristo uomo è morto nella croce per redimere il uomo. La gloria di Dio è il uomo vivente.

La redenzione, vittoria concesa al uomo come propio compito

Esite una relazione fra redenzione e libertà del uomo? Il uomo si può realizare pienamente?

Nel mistero dela redenzione si concede al uomo la vittoria di Cristo sull male, non solanto come un beneficio personale, ma anche come una tarea, perchè il uomo asume questo lavoro della vita interiore, che è un camino cosciente su se stesso dove Cristo è il maestro ,capolavoro.

Il "seguitemi"  di Cristo si vede abastanze volte nell vangelio e se referisce a disitnte persone.

Seguire a Cristo è andare verso questa dinamica interiore del mistero del redenzione. Parliamo dele tre etape per seguire a Cristo. Le 3 vie sono la:

  • Purificativa – 10 comandamenti. Esp. Giovanni rico, quando parla con il dottore della legge "amare agli altri come a se stesso"

  • Iluminativa – sono i valori che gli uomini trovano nel vivere con amore la prima via. Se arriva a rifiutare il pecato ed vivere in grazia. (Es. No uccidere – virtù della vita)

  • Unitiva – ecco, è la unione con Dio nella vita terrenale.

Testi del Concilio Vaticano II Gaudium et Spes

LA CONDIZIONE DELL'UOMO NEL MONDO CONTEMPORANEO

4. Speranze e angosce.

Per svolgere questo compito, è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche. Bisogna infatti conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico. Ecco come si possono delineare le caratteristiche più rilevanti del mondo contemporaneo. L'umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all'insieme del globo. Provocati dall'intelligenza e dall'attività creativa dell'uomo, si ripercuotono sull'uomo stesso, sui suoi giudizi e sui desideri individuali e collettivi, sul suo modo di pensare e d'agire, sia nei confronti delle cose che degli uomini. Possiamo così parlare di una vera trasformazione sociale e culturale, i cui riflessi si ripercuotono anche sulla vita religiosa.

Come accade in ogni crisi di crescenza, questa trasformazione reca con sé non lievi difficoltà.

Così, mentre l'uomo tanto largamente estende la sua potenza, non sempre riesce però a porla a suo servizio. Si sforza di penetrare nel più intimo del suo essere, ma spesso appare più incerto di se stesso. Scopre man mano più chiaramente le leggi della vita sociale, ma resta poi esitante sulla direzione da imprimervi. Mai il genere umano ebbe a disposizione tante ricchezze, possibilità e potenza economica; e tuttavia una grande parte degli abitanti del globo è ancora tormentata dalla fame e dalla miseria, e intere moltitudini non sanno né leggere né scrivere.

Mai come oggi gli uomini hanno avuto un senso così acuto della libertà, e intanto sorgono nuove forme di schiavitù sociale e psichica.

E mentre il mondo avverte così lucidamente la sua unità e la mutua interdipendenza dei singoli in una necessaria solidarietà, violentemente viene spinto in direzioni opposte da forze che si combattono; infatti, permangono ancora gravi contrasti politici, sociali, economici, razziali e ideologici, né è venuto meno il pericolo di una guerra capace di annientare ogni cosa.

Aumenta lo scambio delle idee; ma le stesse parole con cui si esprimono i più importanti concetti, assumono nelle differenti ideologie significati assai diversi.

Infine, con ogni sforzo si vuol costruire un'organizzazione temporale più perfetta, senza che cammini di pari passo il progresso spirituale.

Immersi in così contrastanti condizioni, moltissimi nostri contemporanei non sono in grado di identificare realmente i valori perenni e di armonizzarli dovutamente con le scoperte recenti.

Per questo sentono il peso della inquietudine, tormentati tra la speranza e l'angoscia, mentre si interrogano sull'attuale andamento del mondo.

Questo sfida l'uomo, anzi lo costringe a darsi una risposta.

5. Profonde mutazioni.

Il presente turbamento degli spiriti e la trasformazione delle condizioni di vita si collegano con un più radicale modificazione, che tende al predominio, nella formazione dello spirito, delle scienze matematiche, naturali e umane, mentre sul piano dell'azione Si affida alla tecnica, originata da quelle scienze. Questa mentalità scientifica modella in modo diverso da prima la cultura e il modo di pensare. La tecnica poi è tanto progredita, da trasformare la faccia della terra e da perseguire ormai la conquista dello spazio ultraterrestre. Anche sul tempo l'intelligenza umana accresce in certo senso il suo dominio: sul passato mediante l'indagine storica, sul futuro con la prospettiva e la pianificazione. Non solo il progresso delle scienze biologiche, psicologiche e sociali dà all'uomo la possibilità di una migliore conoscenza di sé, ma lo mette anche in condizioni di influire direttamente sulla vita delle società, mediante l'uso di tecniche appropriate.

Parimenti l'umanità sempre più si preoccupa di prevedere e controllare il proprio incremento demografico. Il movimento stesso della storia diventa così rapido, da poter difficilmente esser seguito dai singoli uomini. Unico diventa il destino della umana società o senza diversificarsi più in tante storie separate. Così il genere umano passa da una concezione piuttosto statica dell'ordine delle cose, a una concezione più dinamica ed evolutiva. Ciò favorisce il sorgere di un formidabile complesso di nuovi problemi, che stimola ad analisi e a sintesi nuove.

6. Mutamenti nell'ordine sociale.

In seguito a tutto questo, mutamenti sempre più profondi si verificano nelle comunità locali tradizionali famiglie patriarcali, clan, tribù, villaggi, nei differenti gruppi e nei rapporti della vita sociale. Si diffonde gradatamente il tipo di società industriale, che favorisce in alcune nazioni una economia dell'opulenza, e trasforma radicalmente concezioni e condizioni secolari di vita sociale. Parimenti la civilizzazione urbana e l'attrazione che essa provoca s'intensificano, sia per il moltiplicarsi delle città e dei loro abitanti, sia per la diffusione tra i rurali dei modelli di vita cittadina. Nuovi e migliori mezzi di comunicazione sociale favoriscono nel modo più largo e più rapido la conoscenza degli avvenimenti e la diffusione delle idee e dei sentimenti, suscitando così numerose reazioni a catena. Né va sottovalutato che moltissima gente, spinta per varie ragioni ad emigrare, cambia il suo modo di vivere. In tal modo, senza arresto si moltiplicano i rapporti dell'uomo coi suoi simili, mentre a sua volta questa « socializzazione » crea nuovi legami, senza tuttavia favorire sempre una corrispondente maturazione delle persone e rapporti veramente personali, cioè la « personalizzazione ». Un'evoluzione siffatta appare più manifesta nelle nazioni che già godono del progresso economico e tecnico; ma essa mette in movimento anche quei popoli ancora in via di sviluppo, che aspirano ad ottenere per i loro paesi i benefici della industrializzazione e dell'urbanizzazione.

Questi popoli, specialmente se vincolati da più antiche tradizioni, sentono allo stesso tempo il bisogno di esercitare la loro libertà in modo più adulto e più personale.

7. Mutamenti psicologici, morali e religiosi.

Il cambiamento di mentalità e di strutture spesso mette in causa i valori tradizionali, soprattutto tra i giovani: frequentemente impazienti, essi diventano ribelli per l'inquietudine; consci della loro importanza nella vita sociale, desiderano assumere al più presto le loro responsabilità.

Spesso genitori ed educatori si trovano per questo ogni giorno in maggiori difficoltà nell'adempimento del loro compito.

Le istituzioni, le leggi, i modi di pensare e di sentire ereditati dal passata non sempre si adattano bene alla situazione attuale; di qui un profondo disagio nel comportamento e nelle stesse norme di condotta. Anche la vita religiosa, infine, è sotto l'influsso delle nuove situazioni. Da un lato, un più acuto senso critico la purifica da ogni concezione magica nel mondo e dalle sopravvivenze superstiziose ed esige un adesione sempre più personale e attiva alla fede; numerosi sono perciò coloro che giungono a un più vivo senso di Dio. D'altro canto però, moltitudini crescenti praticamente si staccano dalla religione. A differenza dei tempi passati, negare Dio o la religione o farne praticamente a meno, non è più un fatto insolito e individuale.

Oggi infatti non raramente un tale comportamento viene presentato come esigenza del progresso scientifico o di un nuovo tipo di umanesimo.

Tutto questo in molti paesi non si manifesta solo a livello filosofico, ma invade in misura notevolissima il campo delle lettere, delle arti, dell' interpretazione delle scienze umane e della storia, anzi la stessa legislazione: di qui il disorientamento di molti.

Alguien desvió esa bala

Extracto del epílogo del último libro del Papa Juan Pablo II, Memoria e Identidad, publicado por La Esfera de los Libros. Monseñor Stanislaw Dziwisz es el secretario del Papa. Diario de Navarra 24-02-2005

Stanislaw Dziwisz: Agca tiró a matar. Aquel disparo debería haber sido mortal. La bala atravesó el cuerpo del Santo Padre, hiriéndolo en el vientre, en el codo derecho y en el dedo índice izquierdo. El proyectil cayó después entre el Papa y yo. Oí dos disparos más, y dos personas que estaban a nuestro lado cayeron heridas. Pregunté al Santo Padre: «¿Dónde?» Contestó: «En el vientre». «¿Le duele?» «Duele». No había ningún médico cerca. No había tiempo para pensar. Trasladamos inmediatamente al Santo Padre a la ambulancia y a toda velocidad fuimos al Policlínico Gemelli. El Santo Padre iba rezando a media voz. Después, ya durante el trayecto, perdió el conocimiento. Varios factores fueron decisivos para salvar su vida. Uno de ellos fue el tiempo, el tiempo empleado para llegar a la clínica: unos minutos más, un pequeño obstáculo en el camino, y hubiera llegado demasiado tarde. En todo esto se ve la mano de Dios. Todos los detalles lo indican.

-Juan Pablo II: Sí, me acuerdo de aquel traslado al hospital. Estuve consciente poco tiempo. Tenía la sensación de que podría superar aquello. Estaba sufriendo, y esto me daba motivos para tener miedo, pero mantenía una extraña confianza. Dije a don Stanislaw que perdonaba al agresor. Lo que pasó en el hospital, ya no lo recuerdo.

-Stanislaw Dziwisz: Casi inmediatamente después de la llegada al policlínico llevaron al Santo Padre al quirófano. La situación era muy grave. Su organismo había perdido mucha sangre. La tensión arterial bajaba dramáticamente, el latido del corazón apenas era perceptible. Los médicos me sugirieron que administrara la Unción de los Enfermos al Santo Padre. Lo hice de inmediato.

-Juan Pablo II: Prácticamente estaba ya del otro lado.

-Stanislaw Dziwisz: Después hicieron al Santo Padre una transfusión de sangre.

-Juan Pablo II: Las complicaciones posteriores y el retardo en todo el proceso de restablecimiento fueron, después de todo, consecuencias de aquella transfusión.

-Stanislaw Dziwisz: El organismo rechazó la primera sangre. Pero se encontraron médicos del mismo hospital que donaron su propia sangre para el Santo Padre. Esta segunda transfusión tuvo éxito. Los médicos hicieron la operación sin muchas esperanzas de que el paciente sobreviviría. Como es comprensible, no se preocuparon para nada del dedo índice traspasado por la bala. Me dijeron: «Si sobrevive, ya se hará algo después para resolver este problema». En realidad, la herida del dedo cicatrizó sola, sin ninguna intervención particular. Después de la operación, llevaron al Santo Padre a la sala de reanimación. Los médicos temían una infección que, en aquella situación, podía ser fatal. Algunos órganos internos del Santo Padre estaban gravemente afectados. La operación fue muy difícil. Pero, finalmente, todo cicatrizó perfectamente y sin complicaciones, aunque todos saben que éstas son frecuentes tras una intervención tan compleja.

-Juan Pablo II: En Roma el Papa moribundo, en Polonia el luto… En mi Cracovia, los estudiantes organizaron una manifestación: la marcha blanca. Cuando fui a Polonia, dije: He venido para agradeceros la marcha blanca. Estuve también en Fátima para dar gracias a la Virgen. ¡Dios mío! Esto fue una dura experiencia. Me desperté sólo al día siguiente, hacia el mediodía. Y dije a don Stanislaw: «Anoche no recé Completas.»

-Stanislaw Dziwisz: Para ser más exactos, Usted, Santo Padre, me preguntó: «¿He rezado ya Completas?» Porque pensaba que todavía era el día anterior.

-Juan Pablo II: No me daba cuenta alguna de todo lo que sabía don Stanislaw. No me decían que la situación era tan grave. Además, había estado inconsciente durante bastante tiempo. Al despertar, me hallaba incluso de bastante buen ánimo. Por lo menos al principio.

-Stanislaw Dziwisz: Los tres días siguientes fueron terribles. El Santo Padre sufría muchísimo. Porque tenía drenajes y cortes por todos los lados. No obstante, la convalecencia seguía un proceso muy rápido. A comienzos de junio, el Santo Padre volvió a casa. Ni siquiera tuvo que seguir una dieta especial.

-Juan Pablo II: Como se ve, mi organismo es bastante fuerte.

 

 

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